L’innovazione e la definizione di percorsi utili a migliorare il livello delle prestazioni di cura dei pazienti sono stati i principali temi della dodicesima edizione dell’ “Incontro per medici e infermieri di area nefrologica” organizzato da Flavia Caputo, direttore dell’unità operativa di nefrologia con dialisi e trapianto dell’ARNAS Civico.
All’evento hanno preso parte, tra gli altri, il direttore del CNT Alessandro Nanni Costa, il presidente della Società Italiana di Nefrologia (SIN), Giuliano Brunori, e il presidente regionale Antonio Granata.
“Quest’anno – afferma Flavia Caputo – abbiamo voluto trattare i temi dell’innovazione e dell’adeguamento dei trattamenti alle mutate esigenze dei pazienti e all’incalzante contrazione delle risorse anche con il contributo di colleghi, medici ed infermieri, che più si sono distinti in campo nazionale nei vari ambiti della nefrologia e che operano in altre regioni italiane conosciute e apprezzate per i livelli di qualità raggiunti nelle prestazioni erogate”.
Per il direttore del CNT, Alessandro Nanni Costa, alla viglia della scadenza del suo mandato, il convegno è stata anche l’occasione per un bilancio sul sistema trapianti in Italia e il suo futuro: “Uno dei prossimi obiettivi – afferma Nanni Costa – sarà la revisione la legge 91/99 (che regolamenta il sistema donazione-trapianti, ndr). Uno dei temi da sorvegliare con attenzione è quello della gratuità degli organi. Il nostro è comunque un sistema efficiente dove la tracciabilità di tutti i flussi connessi al processo di donazione e trapianto, incluso il monitoraggio del paziente trapiantato per tutta la sua vita, rappresenta una delle principali tutele e garanzie”.
Il CNT dunque è garante di un sistema che funziona e lo mostrano i dati del 2018 che indicano come la Rete nazionale trapianti, a vent’anni dalla sua nascita (con la Legge 91 del 1 aprile 1999) si confermi una delle realtà più efficienti del Servizio sanitario nazionale.
Nel 2018 l’attività di donazione si è consolidata, le liste d’attesa sono diminuite per il terzo anno consecutivo (in particolare quella per il trapianto di rene) mentre le dichiarazioni di volontà alla donazione degli organi sono quasi raddoppiate.
“C’è un problema nelle regioni meridionali – conclude Nanni Costa – dove le donazioni sono calate e dove, evidentemente, esiste un problema organizzativo”.