L’incontinenza urinaria femminile colpisce oltre 3 milioni di donne in Italia: il 20-30% delle pazienti è in età giovanile, il 30-40% in età intermedia, il 30-50% oltre 65 anni. Delle complesse problematiche legate a questa patologia si è discusso nel corso di un convegno promosso dall’Associazione Italiana di Uroginecologia, organizzato da Laura Giambanco, direttore della UOC di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale S. Antonio Abate di Trapani al quale ha partecipato una numerosa rappresentanza di studiosi cinesi.
Esperti italiani e medici cinesi si sono confrontati sui più moderni test diagnostici e le differenti tecniche chirurgiche utilizzabili per la correzione della incontinenza urinaria, definita ‘malattia silenziosa’, con particolare riferimento all’efficacia delle tecniche di riabilitazione del pavimento pelvico che, effettuate nei primi stadi della incontinenza e del prolasso genitale, permettono nella maggioranza dei casi di evitare il peggioramento del problema.
In particolare, costituiscono fattori di rischio per l’incontinenza urinaria femminile l’obesità, il parto operativo vaginale, la menopausa, le gravidanze: in Cina la patologia è presente in percentuali ridotte per il minor numero di gravidanze. “E’ sempre più importante dotare le strutture ospedaliere di ambulatori di urinoginecologia e di riabilitazione del pavimento pelvico – ha detto Laura Giambanco – quello esistente al S.Antonio Abate è finalizzato alla precoce identificazione della patologia e per l’individuazione rapida delle piu’ adeguate strategie terapeutiche conservative“.
Al convegno ha partecipato fra gli altri Mauro Cervigni, urologo e ginecologo di fama internazionale, presidente nazionale dell’Associazione italiana di Urologia e Ginecologia.