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Sì è tenuto il 21 settembre il primo appuntamento di“Grano siciliano e salute“, il convegno organizzato dall’Ordine dei medici di Palermo.
“L’ordine da anni è impegnato a tenere alto l’interesse sui grani siciliani”. A dichiararlo è Toti Amato, presidente di Omceo Palermo e consigliere della Fenomceo, il quale spiega che: “Inserire dei grani che non fanno parte della nostra cultura, della nostra terra, significa inserire in un ambiente delle diversità che non fanno assolutamente bene. Quindi forza con i nostri grani e mi auguro che i medici diventino messaggeri di questo messaggio!“, conclude.
“Il grano è una straordinaria produzione della nostra terra che, sia in termini di qualità, che di salute e di benessere. Per questo abbiamo voluto proporre una serie di incontri in tutto il territorio regionale proprio per sensibilizzare i consumatori“, aggiunge Dario Cartabellotta, Dirigente generale Dipartimento Agricoltura Regione Siciliana.
Questo è: “Un evento importante, non solo per la promozione di corretti stili di vita, ma anche in termini di footprint ecologico, per gli operatori sanitari, per i ricercatori e per il personale che in genere si occupa di questo tipo di lavoro“, evidenzia Daniela Segreto, Dirigente Ufficio Speciale Comunicazione per la Salute Regione Siciliana.
Il convegno
La giornata è iniziata con le mani in pasta con un corso base di panificazione con il Bakery chef Mattia Vescera e, a seguire, gli esperti hanno affrontato la Dieta Mediterranea sotto vari aspetti: dal valore salutistico e culturale, a quello sociale ed economico.
Uno di questi è la sensibilità al glutine dove è stato evidenziato che, oltre chi soffre di celiachia: “Ci sono dei soggetti che hanno realmente dei disturbi che si collegano all’assunzione del frumento”, dice il prof. Antonio Carroccio della facoltà di Medicina e chirurgia di Palermo.
“Essendo una scienza relativamente nuova, per chi soffre di intolleranza al glutine non celiaca, non ci sono degli esami per individuar le cause esatte, ma si stanno cercando dei marcatori”, aggiunge.
Il prof. Carroccio, inoltre, ha spiegato che, per questi soggetti devono essere seguiti con dei piani clinici che non comportano necessariamente l’eliminazione del frumento e che il paziente: “Non deve essere maltrattato perché male interpretato, ma seguito meglio per aiutarci a fare quelle scoperte che porteranno a dei miglioramenti“.
Mentre la Prof. Ligia Juliana Dominguez Rodriguez, della facoltà di medicina e chirurgia di Palermo, ha parlato della correlazione con la sindrome metabolica specificando che: “Chi consuma grani meno trasformati/processati/raffinati è più protetto da quei fattori di rischio cardiovascolare e metabolico”.
Inoltre, aggiunge il biologo Giuseppe Russo del Consorzio Ballatore che: “In Sicilia produciamo circa 8 milioni di quintali di grano duro. Grano da cui facciamo rispettivamente pasta e pane, praticamente senza micotossine, che sono gli attori protagonisti della dieta mediterranea”.
I prossimi appuntamenti
“Grano siciliano e salute“, per coinvolgere l’Isola, si ripeterà il:
28 Settembre – Augusta – Palazzo di Città
05 Ottobre – Catania – Airport Hotel
13 Ottobre – Messina – Sala conferenze Ordine Messina