Cari lettori,
con grande entusiasmo inauguro questa nuova rubrica, un ulteriore spazio di approfondimento medico-scientifico che l’Editore del “ilSicilia.it” ha voluto creare e, immeritatamente, affidare alla tastiera del sottoscritto. Perché “gocce”? E perché “Anatomia”?
Partiamo dalla seconda domanda, in quanto tema a me più familiare: insegno Anatomia umana a Palermo da oltre 20 anni e, in questo periodo, sotto la guida del mio Maestro – il professore Giovanni Zummo – penso di avere contribuito nel nostro Ateneo al rinnovamento della didattica e della ricerca di questa disciplina, da molti, troppi studenti vista in passato come barbosa quando non addirittura obsoleta.
L’Anatomia umana non dovrebbe infatti limitarsi a descrivere meramente com’è fatto il Corpo Umano, ma dovrebbe sempre tendere a offrire – a chi si appassiona al suo studio – tutte le basi per comprendere come il nostro corpo funziona e come si ammala.
Molta ignoranza o confusione sulla classificazione, sulla diagnostica e sulla terapia di alcune malattie deriva da una scarsa conoscenza (o da un inquadramento scorretto) della morfologia microscopica, ultrastrutturale e molecolare del nostro organismo. Sì, anche molecolare: perché se una molecola (sia essa una proteina, un acido nucleico o altro) non lo si studia inquadrandolo nel contesto in cui essa “opera” e “vive” (all’interno delle cellule o tra esse, nei tessuti), non se ne comprenderanno mai né le correlazioni tra “forma e funzione” (esistenti anche a livello molecolare) né quelle tra “alterazione della forma e insorgenza di malattia”.
Lo sviluppo di un organismo umano lungo tutto l’arco temporale della vita, dalla formazione dello zigote allo sviluppo fetale, dalla crescita post-natale a quella adolescenziale, dall’età adulta all’invecchiamento, è fondamentalmente retto e mantenuto da tre processi biologici che, in scala, dal più piccolo al più grande, si possono riassumere coi seguenti termini: differenziamento cellulare, omeostasi tissutale e rimodellamento degli organi, su cui magari in appuntamenti successivi avremo modo di dibattere. Un’alterazione del primo conduce a effetti a cascata: il tessuto si disorganizza, l’organo non funziona più bene e l’organismo si ammala.
L’Anatomia fornisce, potenzialmente, non solo tutte quelle informazioni macroscopiche necessarie al medico per visitare il paziente – attraverso tecniche si semeiotica fisica e strumentale – e farsi un’idea su quale sia l’organo affetto da malattia, ma anche tutte quelle informazioni microscopiche, ultrastrutturali e molecolari per cercare di capire “quale cellula si è inceppata”, ossia quale processo fisiopatologico è in atto e quale terapia (medica o chirurgica) può portare a guarigione il paziente, sempre che gli attuali strumenti diagnostici e terapeutici lo consentano: anche la ricerca biomedica si basa infatti su molta conoscenza anatomica.
Un medico che conosce più Anatomia arriverà quindi prima alla diagnosi rispetto a un collega che ne conosce meno, e il primo sarà anche in grado di somministrare più rapidamente una terapia efficace ovvero, semplicemente, di indirizzare il paziente verso uno stile di vita più corretto, dando tempo all’organismo di “guarire” da solo. Ciò si tradurrà in un risparmio non solo per il sistema sanitario, ma anche per l’intera società, in termini di morbilità e mortalità. Se non vi ho annoiato troppo fin qui, e volete terminare la lettura di questo mio primo
editoriale, vi spiegherò adesso molto brevemente perché “gocce”.
La goccia è un’entità fisico-chimica quasi impercettibile. Poche gocce nel mare o nel deserto si disperdono senza lasciare alcuna traccia di sé. Viceversa, una piccola quantità di gocce di una soluzione acida o basica in un reagente di laboratorio ne può modificare il pH e, a cascata, gli effetti di quel reagente nella reazione chimica che si vuole produrre. Poche gocce su un seme in un terreno fertile possono addirittura determinarne il suo germogliamento e la nascita di nuova vita.
Questa rubrica ha quindi l’obiettivo di “somministrare” ai propri lettori gocce di cultura anatomica correlandola alle più recenti scoperte, invenzioni o innovazioni in ambito medico-scientifico, al contempo cercando di stimolarne la curiosità al fine di indirizzarli verso ulteriori approfondimenti. Se e quando ci riusciremo, non saranno state gocce disperse nel mare o nel deserto ma in grado di ingenerare nuove conoscenze quando non addirittura nuova cultura. A voi pertanto, cari lettori, affido il giudizio critico, e dedico l’eventuale successo, di questa rubrica.