Sanità in Sicilia

Emergenza Morbillo in Sicilia: coperture vaccinali sotto la soglia di guardia

Le coperture medie nazionali delle vaccinazioni che ci proteggono dalle Malattie Infettive prevenibili con i vaccini sono in Italia ed in Sicilia sotto le soglie raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), cioè sotto il 95%, tetto utile per limitare la circolazione di virus e batteri nella collettività e per ottenere la protezione dei singoli soggetti”. Ad evidenziare il dato è il dottore Giuseppe Puglisi, direttore dell’UOC Sanità Pubblica, epidemiologia e Prevenzione e nuovo presidente della Società Scientifica di Igiene SitI Sicilia.

Puglisi di recente ha trattato il tema “Emergenza Morbillo in Sicilia: coperture vaccinali” nel corso dell’evento scientifico “La Scuola di Igiene Messinese incontra le Accademie di Sanità pubblica”, promosso dal professore Raffaele Squeri, direttore della UOC Ospedaliera del Policlinico Universitario di Messina ed al quale hanno partecipato e relazionato autorevoli esperti di Prevenzione e Formazione specialistica delle varie Università e del mondo accademico, figure di rilievo del mondo della sanità italiana.

L’abbassamento della sogliaspiega il professore Puglisi – determina l’aumento del rischio della ricomparsa di malattie infettive che erano sotto controllo (come Morbillo, Parotite, Rosolia, Varicella, Poliomielite, Tetano, Pertosse, Difterite, Haemophilus influenzae b, Epatite B, Meningococco) o che si pensava di eradicare (come il vaiolo) o di essere già liberi (come la Polio) comportando anche la diminuzione della immunità di gregge o di popolazione (heard immunity) che serve a proteggere soprattutto coloro che per motivi di salute non possono essere vaccinati. Nonostante la Sicilia abbia il migliore calendario vaccinale e offra a tutti i cittadini residenti e presenti nel proprio territorio i vaccini gratuitamente per equità (in quanto i vaccini sono Livelli Essenziali di Assistenza – LEA) ed il notevole impegno dei Servizi di Prevenzione e dei Centri vaccinali delle ASP dal 2013 le coperture vaccinali in Italia hanno mostrato un trend in diminuzione. L’aumento del rischio di vedere ricomparire queste malattie ha determinato la scelta di una strategia che potesse essere più efficace rispetto le strategie precedenti e cioè l’obbligo vaccinale per i minori, previsto nel Decreto legislativo n. 73 del 07 giugno 2017, convertito successivamente nella Legge119/2017 (Disposizione urgente in materia di prevenzione vaccinale), con il quale la vaccinazione per 10 malattie infettive (Poliomielite, Tetano, Pertosse, Difterite, Haemophilus influenzae b, Epatite B – esavalente – e Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella, somministrabili con due inoculi) è stata resa obbligatoria”.

“Dall’introduzione in Italia del vaccino contro Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR) nel 1964 e l’inizio delle vaccinazioni obbligatorie per i minori da 0-16 anni, osservando i dati di sorveglianza su MPR (notifica obbligatoria di tali malattie) e quelli di copertura vaccinale con una dose di MPR a 24 mesi (1970-2016) viene fuori un quadro abbastanza chiaro per tutti, dove è palese che il numero di casi di morbillo (il cui acme epidemico è stato raggiunto nel 1988 con 90.000 casi ed il minimo nel 2012 con 630 casi) diminuisce con l’incremento del numero di soggetti vaccinati e pertanto, come in uno specchio, si riflette l’equazione: minori coperture vaccinali = maggiori casi di malattie (MPR). Per i minori compresi tra 0-16 anni e per i minori stranieri non accompagnati le 10 vaccinazioni obbligatorie sono gratuite in base alle specifiche indicazioni del Calendario Vaccinale Nazionale relativo a ciascuna coorte di nati”.

Dottore Giuseppe Puglisi

Nel 2015 le coperture vaccinali per MPR nelle Regioni d’Italia erano a macchia di leopardocontinua il dottore Puglisi -, cioè con coperture diverse da regione a regione (situazione favorita anche dall’applicazione del Titolo V che dà autonomia operativa alle Regioni in materia sanitaria) le coperture presentano un ventaglio da < 70% a 90%. La Sicilia, che pure si è dotata di un Calendario Vaccinale ideale, presenta una copertura del 79,5%, con diversificazione tra le 9 ASP. Le inadeguate coperture vaccinali riguardo il Morbillo hanno determinato una estesa epidemia. Nei report dei dati derivanti dai sistemi di sorveglianza si può vedere che in Italia da 2395 casi rilevati al 16 maggio 2017 dall’inizio dell’anno si è giunti a 2988 il 13 giugno 2017. Dei soggetti colpiti da MPR l’89% risulta non vaccinata, 7% erano vaccinati con una sola dose, 34% ha presentato almeno una complicanza, 40% sono stati ricoverati, 15% sono dovuti ricorrere al Pronto Soccorso, 197 casi sono stati tra gli operatori sanitari e la cui età mediana è di 27 anni. Dall’1 gennaio al 31 agosto 2018 sono stati segnalati in Italia 2248 casi di morbillo, di cui 126 nel mese di luglio e 66 nel mese di agosto 2018; l’88% dei casi si è verificato in Sicilia (1116), Lazio (230), Calabria ((172),Campania (164), Lombardia (148), Emilia Romagna (88) e Toscana (72). In Sicilia c’è stata l’incidenza più elevata (333 casi/1000.000 ab.) con 2 morti per gravi complicanze (insufficienza respiratoria e/o arresto cardiaco) e n. totale di 10 morti in Italia dall’inizio del 2017 (6 decessi nel 2018 e 4 nel 2017). Il 76% dei casi è stato confermato in laboratorio. L’età mediana dei soggetti colpiti è stata pari a 25 anni, ma 429 casi sono stati bambini di età inferiore a 5 anni e di cui 138 avevano meno di 1 anno. Il 91,1% dei soggetti colpiti era non vaccinato al momento del contagio, il 5,5% non aveva completato il ciclo vaccinale di 2 dosi, ma aveva effettuato una sola dose. Il 48,9% ha sviluppato una complicanza ( stomatite, diarrea, cheratocongiuntivite, epatite, polmonite, trombocitopenie, otite, insufficienza respiratoria e cardiopatiche). Il 59,4% dei casi è stato ricoverato. Sono stati segnalati 98 casi tra operatori sanitari, di cui 52% con complicanze“.

“Dal 1° gennaio al 31 agosto 2018 – evidenzia il dottore Puglisi – sono stati segnalati 18 casi di Rosolia (di cui 3 nel mese di luglio e 1 nel mese di agosto). L’inglorioso contributo di vittime di Morbillo dato dalla Sicilia anche nel 2018 (1116 casi, cioè 333 soggetti/1.000.000 ab.) è un dato che deve far riflettere tutti: promotori istituzionali di cultura, stampa e media, decisori politici, operatori della salute (medici universitari, ospedalieri. MMG, PLS, medici di sanità pubblica, infermieri, ecc.), genitori e delegati della salute dei minori a promuovere le vaccinazioni che sono nate e continuano a proteggerci dalle Malattie infettive con grande sicurezza e vanno utilizzate così, come e quando ce lo dicono gli specialisti del Settore e non i nomi senza titolo e qualifica che esprimono opinioni sul WEB i quali mettono in pericolo la salute del singolo e della collettività poiché i vaccini non sono opinioni ma risultato vincente della scienza.
Dall’inizio del 2013 ad agosto 2018 in Italia sono stati segnalati 12.740 casi di morbillo, di cui 2278 nel 2013, 1965 nel 2014, 257 nel 2015, 861 nel 2016, 5401 nel 2017 e 2248 nei primi 8 mesi del 2018. Nello stesso periodo sono stati segnalati 234 casi di Rosolia, di cui 65 nel 2013, 26 nel 2014, 27 nel 2015, 30 nel 2016, 68 nel 2017 e 18 nel 2018. Oltre che nell’Italia anche negli altri Paesi membri dell’Unione Europea e dell’Area Economica Europea sono in corso epidemie e nel 2018 sono stati segnalati 31 decessi per morbillo. Gli Stati membri con il più elevato numero di casi al 14 settembre 2018 sono: Romania (4575 casi inclusi 22 decessi nel 2018), Francia (2683 inclusi 3 decessi), Grecia (2269 inclusi 2 decessi nel 2018). L’epidemia interessa pure Malta (5 casi), Germania e Regno Unito UK) e sono in corso epidemie in Ucraina (oltre 27.000 casi inclusi 13 decessi), Serbia (5710 casi inclusi 15 decessi), Russia, Americhe e Mauritius in base ai dati forniti dall’OMS. Nelle Regioni dell’OMS nel primo semestre 2018 sono stati notificati 154.803 casi di morbillo”.

“Il monitoraggio mensile delle vaccinazioni effettuate dall’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale nelle ASP della Sicilia sulle coorti di minori 0-16 anni ci fa vedere un trend in salita delle coperture vaccinali in tutte le coorti interessate con aumento di 4-5 o più punti percentuali per coorte di nati sia per la 1.a dose che per la 2.a dose (ciclo completo). Quali sono ad oggi le coperture vaccinali nelle ASP in Sicilia e nell’ASP di Messina per MPR? Le riportiamo analiticamente nelle tabelle 1 e 2 e dalle quali si può rilevare che c’è stato un graduale e considerevole aumento delle coperture vaccinali per singola coorte di nati, ma si attesta ancora sotto il limite minimo di sicurezza immunologica (95%) e quindi espone minori e adulti a rischio di contrarre il morbillo e le sue complicanze con notevole aumento dei costi sociali e sanitari per assistenza e cura; che le coperture vaccinali sono più basse nelle grandi ASP (Palermo, Catania e Messina) sia per l’alto numero di popolazione inclusa, sia per la distribuzione della stessa popolazione in un alto numero di Comuni (Messina è l’ASP in Italia con il più comuni, 108) e conseguente maggiori difficoltà organizzative, sia per l’insufficiente dotazione organica del personale medico, sanitario, amministrativo e tecnico dei Servizi di Epidemiologia e dei Centri e Ambulatori vaccinali rispetto al n. di abitanti ai quali garantire i LEA vaccinali (nell’ASP di Messina per 650.000 ab. vi sono solo 18 ambulatori vaccinali – uno per ogni 14-18 comuni, 20 medici e 15 infermieri), sia per i modelli organizzativi e per le strutture che vanno rinnovati per poter prevenire le malattie che possono essere controllate con le vaccinazioni, fornendo migliore qualità, accessibilità e fruibilità reale dei servizi ai cittadini e garantendo anche la salute e l’incolumità degli operatori, sempre in modo sostenibile”.

Le epidemie – conclude Puglisi – si prevengono e si combattono non solo con Piani di emergenza, in cui bisogna operare sinergicamente nell’interesse della salute del singolo e della collettività, ma soprattutto tramite le scelte corrette dei decisori e dei tecnici preposti per competenza con il programmare e dare ai servizi le risorse umane specializzate e dedicate adeguate alla popolazione da servire, tenendo conto anche della situazione orogeografica, riappropriandoci tutti dei concetti di salute basati sull’evidenza scientifica e di certo non acquisiti sulle opinioni della rete”.

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