Abbiamo intervistato la psichiatra Stefania Calapai, presidente della Onlus Angeloazzurro sul tema disturbi psichiatrici causati dalla pandemia.
L’arte come rimedio e cura ai disturbi mentali creati dalla pandemia dal Covid e dalla guerra…
Pandemie, catastrofi naturali, guerre e altri drammi che si susseguono, a prescindere dalla latitudine in cui viviamo, ci rendono tutti vulnerabili principalmente da un punto di vista psicologico. Infatti recenti studi hanno riscontrato l’impatto negativo e costante che la pandemia da COVID-19 ha sulla salute mentale, con aumento dei sintomi di ansia e depressione.
La psichiatra Stefania Calpai può chiarirci determinati meccanismi che possono aiutarci a riconoscere e combattere i pericoli che ci circondano attraverso il suo operato medico quotidiano e con la sua associazione Angeloazzurro Onlus impegnandosi costantemente nel sociale per aiutare chi ha bisogno.
Come riusciamo a riconoscere le problematiche psichiche che possono turbare la nostra mente?
“I disturbi legati alle catastrofi naturali e al covid sono sempre più evidenti nei giovani e negli anziani e si manifestano di solito con ansia depressione e soprattutto disturbi del sonno. In letteratura sono riportati numerosi studi che esaminano le conseguenze psichiche dovute a disastri naturali e socio-tecnologici provocati dall’uomo come anche quelli che stiamo vivendo con la pandemia prima e la guerra ora, che portano ad esempio ad un disturbo postraumatico da stress, disturbi depressivi, ansia e disturbi di somatizzazione, disturbi del ritmo sonno veglia. Gli effetti comportamentali si possono immediatamente notare col maggiore abuso di alcol o con l’aumento di violenze domestiche”.
Come intervenire nell’immediato?
“Per attutire le conseguenze è fondamentale intervenire nell’immediato. Quando si tratta di psiche e dei meandri della mente, il faidatè non è mai risolutivo né consigliato, infatti bisogna necessariamente andare da uno psichiatra, farsi fare una diagnosi precisa e valutare se è il caso di iniziare una terapia farmacologica o anche una psicoterapia di supporto, avviando così un concreto ed efficace percorso di guarigione e riabilitazione.
Quali sono i soggetti più esposti?
“Secondo le nostre esperienze e le statistiche riportate dai più autorevoli giornali di psichiatria i soggetti più esposti sono soprattutto gli adolescenti, gli anziani e tutti gli individui impegnati in professioni di aiuto.Dopo il covid si sono registrati un aumento di disturbi del sonno e disturbi del comportamento, autolesionismo, disturbi alimentari un aumento di depressione, ansia e disturbi del ritmo sono -veglia con una maggiore incidenza negli adolescenti. Negli anziani invece abbiamo assistito ad un aumento dei disturbi di tipo depressivo con deterioramento cognitivo, determinati dall ‘isolamento forzato .Le categorie a rischio sono maggiormente quelle che operano nel sociale , le così dette professioni di aiuto ,come i sanitari che possono andare incontro al “burnout” che letterlmente significa “esaurito”, ”scoppiato” ed appunto in ambito lavorativo fa riferimento ad una particolare condizione di stress professionale dominata da ansia e assenza di motivazione. Durante la pandemia sono stati creati dei gruppi di aiuto, per favorire il ritorno ad una pseudo normalità”.
L’arte come rimedio e cura ai disturbi mentali creati dalla pandemia da covid: da presidente della Onlus Angeloazzurro e col progetto A-head come interviene concretamente nel sociale?
“La nostra associazione nasce nel 2009 con lo scopo di sviluppare principalmente progetti individualizzati di assistenza domiciliare e riabilitativa con visite specialistiche psichiatriche per adulti e neuropsichiatriche per bambini. Nel 2017 per mio volere nasce il progetto A-HEAD curato da Pietro Gagliardi, dalla collaborazione tra l’associazione Angeloazzurro con artisti di respiro internazionale, con importanti risultati e riscontri. Infatti già nel 2018 si è tenuto un laboratorio di fotografia sostenuto dalla fondazione Vodafone Italia. I vari laboratori di arte vanno in sintonia con le attività di psicoterapia più tradizionale. Il progetto utilizza l’arte come un mezzo privilegiato per meglio interpretare le complesse strutture della mente”.
Ogni soggetto può attuare un percorso di riabilitazione tramite l’arte?
“Io stessa solo attraverso l’arte, la creatività e l’immaginazione ho potuto superare dei momenti dolorosi e credo che possano essere proprio l’arte, la creatività e l’immaginazione delle risorse fondamentali per ogni essere umano. Solo attraverso l’arte, nei pazienti più gravi, si possono raggiungere quei territori inesplorati del mondo emotivo che sono molto difficili da raggiungere. Sono numerosi i progetti riabilitativi che la nostra onlus porta avanti ormai da molti anni sia nel campo dell’arte propriamente detta sia in altri campi come ad esempio attraverso la diffusione della cultura dell’informazione. Il primo obiettivo di Angeloazzurro è quello di aiutare i giovani che hanno attraversato un periodo di difficoltà ad integrarsi appieno nella società, attraverso la percezione sensoriale e l’ascolto immaginativo che solo attraverso la cultura si può raggiungere”.
La Onlus Angeloazzurro è impegnata anche in un progetto editoriale, in cosa consiste?
“Per l’importanza che la nostra Onlus dà alla diffusione della cultura e alla lotta dello stigma della malattia mentale e alla sua prevenzione, è stata avviata da poco un’esperienza editoriale con Angeloazzurro Edizioni in memoria della Prof.ssa Ivana Donati Calapai guidata dal dottor Giuseppe Capparelli .
Si tratta di una linea editoriale specializzata in pubblicazioni letterarie sull’approfondimento di tematiche sociali connesse a teatro, letteratura, poesia, psichiatria, psicanalisi. I primi tre libri che verranno pubblicati da Angeloazzurro Edizioni sono: “Le dinamiche dell’arte”, “Immagini dalla pandemia – Archetipi, Traumi e visioni” tratto dall’omonimo convegno che si è tenuto a Messina al Palazzo della Cultura e l’ultimo libro “Io no”. La pubblicazione di Angeloazzurro Edizioni dal titolo “IO NO” rientra nel novero di testi sperimentali nel quale convergono più discipline della contemporaneità. Il testo è un monologo teatrale della giovane scrittrice Mariafrancesca Murianni con il quale ha vinto nel 2018 il premio Bianca Maria Pirazzoli per il miglior monologo teatrale al femminile. A corredo del testo sono inserite una serie di illustrazioni, immaginate come un unico testo figurativo, del maestro dell’Incisione e dell’Astrattismo italiano Pasquale Ninì Santoro, scomparso da poco, che chiude la sua carriera con questo ultimo libro d’artista.
Inoltre la nostra Onlus che si propone in continuo fermento ed estremamente integrata nel sociale farà partire quest’anno il primo premio internazionale Dedicato ai giovani artisti Under 35 che scadrà il 10 giugno. Un premio dedicato alla memoria di Giovan Battista Calapai e Theodora van Mierlo Benedetti, due figure centrali che hanno contribuito in modo determinante alla connessione tra la ONLUS dedicata alla lotta contro lo stigma dei disturbi mentali e il settore dell’arte, con la successiva nascita del progetto A-HEAD”.