Il direttore generale dell’ASP di Messina, Paolo La Paglia ha effettuato un sopralluogo presso l’Ospedale San Vincenzo di Taormina, accompagnato dal direttore sanitario Mimmo Sindoni e dal direttore amministrativo, Katia Di Blasi; scopo della visita era un monitoraggio delle attività dei reparti ospedalieri e soprattutto del pronto soccorso, dove nonostante sulla carta risultino in servizio 10 medici viene lamentata continuamente una cronica difficoltà ad approntare turni di servizio.
“Ho voluto nuovamente rendermi conto di persona – dice la Paglia – delle necessità contingenti del pronto soccorso; è mia intenzione ridurre i disagi ai cittadini e per questo avevo dato mandato qualche giorno fa, al Direttore medico di presidio dottore Gaetano Sirna, di disporre turni aggiuntivi al pronto soccorso dei medici dell’ospedale; ho verificato insieme al Primario Mauro Passalacqua che per tutto il mese di agosto i turni sono coperti“.
“Ho anche voluto incontrare il Responsabile locale del Tribunale per i Diritti del Malato, dottoressa Agata Polonia, per valutare congiuntamente le comuni sinergie per alleviare i disagi dei cittadini; è comunque giusto fare notare che dai report del mese di luglio si evince che 350 persone, che si erano recate al pronto soccorso e si erano fatte registrare, sono poi andate via senza aspettare la visita, segno tangibile che non erano affette da patologie urgenti da trattare in pronto soccorso, ma hanno fatto perdere tempo prezioso per trattare le vere urgenze”, aggiunge La Paglia.
Durante la visita il management dell’Asp ha effettuato un apposito “focus” insieme al Direttore amministrativo del presidio dottore Marco Restuccia, per verificare le procedure propedeutiche alla prossima stesura del nuovo Atto Aziendale e della nuova dotazione organica dell’Asp di Messina; esistono delle criticità da risolvere relative alla coerenza con la dotazione finanziaria dell’Asp di Messina, che nell’ultima assegnazione relativa all’anno 2015 ha subito un taglio di 3 milioni 748 mila euro, con una assegnazione residua insufficiente per tutte le attività sanitarie dei sette ospedali dell’area metropolitana messinese.