L’aderenza terapeutica è uno dei fattori che limitano il raggiungimento di un controllo ideale della glicemia nei soggetti affetti da diabete mellito tipo 1 (insulino-carente) e tipo 2 (caratterizzato da insulino-resistenza).
L’OMS definisce come aderenza terapeutica il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico riguardanti le dosi, i tempi e la frequenza dell’assunzione del farmaco per l’intera durata della terapia e nel caso del diabete mellito tipo 2 è tra il 40 e il 46%.
Questo vuol dire che la parte dei pazienti che non aderisce in modo corretto alla terapia non potrà giovarsi degli effetti benefici della terapia rappresentando solo un costo inevitabile per il sistema sanitario. I nostri decisori sanitari e servizi farmaceutici troppo spesso tagliano risorse e mettono ostacoli alla prescrizione dei farmaci invece di occuparsi di aderenza terapeutica che è l’unico modo per risparmiare in spesa ospedaliera (la maggior voce di spesa di un sistema sanitario per i pazienti affetti da malattie croniche).
Un recente lavoro pubblicato su Diabetes Technology & Therapeutics, dello scorso 21 aprile, testa per la prima volta un piccolo device dal nome Insulclock che applicato alla caratteristica penna per l’infusione di insulina (che molti pazienti diabetici conoscono bene) riesce a misurare e a conservare in una applicazione per lo smart-phone, il tempo, la data, la temperatura, la quantità e il tipo di insulina iniettata. Lo fa con un elevato livello di precisione ed accuratezza.
Ben sette tipi di penna sono stati testati e questo piccolo device connesso con la penna che contiene insulina registra la dose iniettata con un rilevatore di orientamento tridimensionale e con un giroscopio per misurare la rotazione su tre assi e un magnetometro per registrare cambiamenti del campo magnetico. Ha anche un sensore di temperatura che quindi permette di capire se ci sono stati cambiamenti di temperatura in grado di alterare l’insulina compromettendone la sua attività biologica.
Ha anche un orologio in tempo reale che registra l’ora e la data ma anche l’esatta durata della iniezione. Coloro che usano le penne per l’infusione di insulina (pazienti ed infermieri in particolare) devono sapere che tranne con le insuline concentrate il tempo di iniezione non deve essere inferiore ai dieci secondi (è bene che il medico che prescrive l’insulina verifichi col paziente questa informazione cruciale perché la terapia iniettiva abbia veramente effetto). Ha infine un sensore colore che permette di identificare la specifica insulina contenuta nella penna impiegata (in relazione quindi alla marca produttrice).
Sebbene questo studio non sia adeguato per una definitiva prova di efficacia e di sicurezza rappresenta un importante passo in avanti per il controllo dell’aderenza terapeutica che speriamo diventi prioritario da parte dei sistemi farmaceutici sanitari piuttosto che continuare a pensare la spesa farmaceutica come qualcosa da ridurre e la prescrizione dei farmaci una cosa da rendere più complicata possibile a danno soprattutto dei pazienti.
Ovviamente sistemi innovativi come questo responsabilizzeranno pienamente i pazienti come attori principali del processo di cura. Rimaniamo in attesa della disponibilità di questi sistemi innovativi in Europa e soprattutto in Italia.