Privacy Policy
Home / Cronaca / Crescono le rinunce alle cure mediche: percentuali preoccupanti al Sud

Crescono le rinunce alle cure mediche: percentuali preoccupanti al Sud

Nel 2023, ben 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato a cure mediche, pari al 7,6% della popolazione, a causa di difficoltà economiche, lunghe liste d’attesa o problemi di accesso ai luoghi di cura. È quanto emerge dai dati del Cnel, contenuti nella Relazione 2024 sui servizi pubblici, che sottolineano un peggioramento rispetto agli anni pre-pandemia (6,3% nel 2019) e un ulteriore incremento rispetto al 7% del 2022.

Il dato diventa ancora più preoccupante al Sud, dove le percentuali di rinuncia superano la media nazionale. La Sardegna è la regione con il valore peggiore (13,7%), seguita dal Lazio (10,5%) e dalle Marche (9,7%). Nel Mezzogiorno, il tasso di rinunce è del 7,7%, più alto rispetto al Nord (7,1%). Tuttavia, alcune regioni del Sud, come la Campania, riescono a mantenersi sotto la soglia del 6%, posizionandosi tra le realtà meno critiche insieme a Friuli-Venezia Giulia, Toscana ed Emilia-Romagna.

Analizzando le fasce d’età, emerge che le persone tra i 55 e i 59 anni registrano la quota più alta di rinunce (11,1%), mentre tra gli over 75 si attesta al 9,8%. Al contrario, i bambini fino ai 13 anni sono i meno colpiti, con appena l’1,3% di rinunce. Anche il genere influisce: le donne rinunciano più degli uomini (9% contro 6,2%), evidenziando un ulteriore divario.

I motivi di questa tendenza variano: se le difficoltà economiche sono rimaste stabili dal 2019 (4,3%) al 2023 (4,2%), le lunghe liste di attesa sono invece in costante crescita, passando dal 2,8% del 2019 al 4,5% del 2023. Questo dato testimonia una crescente inefficienza dell’offerta sanitaria, che penalizza in particolare il Centro e il Sud Italia.

Il Cnel segnala inoltre come l’esperienza del Covid-19 abbia inciso sulle dinamiche sanitarie: se nel 2020 e 2021 molte rinunce furono legate alla pandemia, tali cause sono praticamente scomparse nel 2023. Tuttavia, le difficoltà strutturali del sistema sanitario permangono, soprattutto nelle aree più svantaggiate del Paese.

Anche per la Sicilia, questo scenario evidenzia l’urgenza di un intervento strutturale per migliorare l’accessibilità ai servizi sanitari e abbattere le liste di attesa. Altrimenti, il rischio è quello di lasciare indietro fasce sempre più ampie di popolazione, soprattutto le più vulnerabili.

di Riccardo Vaccaro
© Riproduzione Riservata
© Riproduzione Riservata

Sviluppato, Gestito ed ottimizzato da Coffice s.r.l.