“Siamo d’accordo con gli altri presidenti di regione affinché il governo possa rivedere le norme che regolano la quarantena“. Così il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel corso di ‘Omnibus’, trasmissione in onda su La7. “Chi ha avuto la terza dose ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità. Se non venissero cambiate le regole rischiamo di bloccare una parte, forse la più attiva, del paese“.
“Oggi riuniamo in Sicilia il nostro Cts perché vogliamo rivedere la distribuzione del personale, incentivare il drive in e destinare maggiore attenzione a chi è a casa“. ha detto ancora nel corso di ‘Omnibus’. “Bisogna essere attenti a garantire la quarantena essenziale soltanto per chi ne ha effettiva necessità, 10 giorni sono tanti“.
“Non siamo ancora in zona gialla in Sicilia, questo è merito della comunità he sta rispettando le regole. Temiamo però di poterlo essere fra qualche giorno. Ma in ogni caso, ogni nostra attenzione e’ destinata non soltanto alla cura della salute, soprattutto dei più fragili, degli ultra-sessantenni, ma anche ad evitare di bloccare il settore economico che da noi diventerebbe una vera e propria catastrofe”, ha detto il presidente della Regione Siciliana. “Proprio oggi riuniamo in Sicilia il nostro comitato tecnico scientifico – ha proseguito – perché vogliamo rivedere la distribuzione del personale, vogliamo aumentare e incentivare i drive-in e destinare maggiore attenzione a chi rimane a casa perché non si senta un recluso dimenticato. Da questo punto di vista bisogna essere particolarmente attenti a garantire la quarantena essenziale, tra i 4-5 giorni, soltanto per chi ne ha effettiva necessità. Dieci giorni sono davvero tanti”, ha dichiarato.
“Tracciamento? Si è notata l’impossibilità di fare un lavoro serio, razionale e attendibile. La moltiplicazione dei contagi rende impossibile il tracciamento“, ha detto ancora. “Se la tensione cala perché cala il numero dei contagi cala anche l’attenzione. È un fatto non legittimo ma fisiologico da un certo punto di vista. Nella nostra regione dove c’è un focolaio abbiamo cambiato il colore del comune. Lo abbiamo fatto anche in estate quando i contagi non erano allarmanti. In questo momento ho dichiarato tre comuni in zona arancione. Isolare la zona del contagio è stata una pratica utile“.
Ancora, sulla speculazione sulle mascherine: “È mancata una politica di previsione e prevenzione per quanto riguarda i dispositivi di sicurezza. Lo scorso anno nei mesi di marzo e aprile si andava con i sacchetti di plastica perché non arrivavano i dpi. Noi in Sicilia abbiamo acquistato 15 tonnellate di dpi oltre oceano per renderci autonomi. Dobbiamo evitare le speculazioni e che qualcuno possa lucrare sulle necessità di tanta gente. Occorre che il governo intervenga immediatamente per potere dotare strutture sanitarie e tutti gli altri dei dispositivi per evitare che il furbo di turno possa lucrare sulla pelle delle gente“.
“In Sicilia l’85% dei cittadini ha almeno una dose di vaccino, il ciclo completo ha raggiunto l’81,73% di siciliani. Stiamo notando una crescita delle prime dosi negli ultimi giorni, segno evidente che l’area dei no vax si stia frantumando tra i pochi irriducibili e chi sta superando lo stato di iniziale di diffidenza e adesso si sono convinti che non c’è alternativa. Abbiamo 81 persone con ricoverate in terapia intensiva – ha sottolineato – non è un numero allarmante, perché la popolazione ha compreso“.
Di Roberto Roccia