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Covid in Italia, morti in calo ma cresce numero dei positivi: +107,2% in una settimana

E’ stato pubblicato il monitoraggio settimanale dell’epidemia da Covid-19 in Italia. I dati del Ministero della Salute e della Protezione civile, aggiornati al 19 luglio 2021, sono stati elaborati dal  Dott. Luca Fusaro.

Il monitoraggio rileva, nella settimana 13-19 luglio 2021, un numero di casi superiore al doppio rispetto alla settimana precedente con un incremento del 107,2%.

Aumentano gli attualmente positivi da 40.426 a 47.525 (+17,6%). Dal picco del 28 marzo si è passati da 573.235 a 47.525 (-91,7%).

Il 97,2% dei casi attivi è in isolamento domiciliare, il 2,5% ricoverato con sintomi, lo 0,3% in terapia intensiva.

Sale il numero degli ospedalizzati da 1.307 a 1.350 (+3,3%). Dal picco del 6 aprile si è passati da 33.080 a 1.350 (-95,9%), in dettaglio i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 1.188 (-96%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 162 (-95,7%). L’88% degli ospedalizzati è ricoverato in area non critica, il 12% in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare, dal picco del 28 marzo, sono calate da 540.855 a 46.175 (-91,5%).

Da 14 settimane consecutive sono in calo anche i decessi. Nell’ultima settimana si attestano a 86 (-20,4%), in media 12 al giorno.

 

 

Incidenza settimanale per 100.000 abitanti e occupazione posti letto COVID

L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti sale da 14 a 29 e per l’8ᵃ settimana consecutiva rimane sotto il limite di 50.

I posti letto occupati in area medica sono il 2,1% (1.188 su 55.671), in terapia intensiva l’1,9% (162 su 8.414).

L’incidenza settimanale per 100.000 abitanti si è ridotta solo in Basilicata (da 10 a 9), la Sardegna supera soglia 50 con un valore pari a 62, vicini a tale numero anche la Sicilia con 48, il Veneto con 47 e il Lazio con 45. La Valle d’Aosta con 8 si conferma la regione con la più bassa incidenza.

Governo e regioni stanno lavorando sui nuovi parametri del monitoraggio con il quale vengono attribuite le fasce di colore alle regioni. L’ipotesi è che si andrà in zona gialla se l’occupazione delle terapie intensive è superiore al 5% dei posti letto a disposizione e se quella dei reparti ordinari supera il 10%. Al momento tutte le regioni rispettano tali parametri.

 

Tasso di positività

Il tasso di positività è un indicatore della diffusione di una epidemia. Viene definito come il rapporto tra il numero di positivi rispetto ai tamponi effettuati. Un’altra possibile definizione considera i “casi testati” al posto dei tamponi. La ragione di questa definizione alternativa è dovuta al fatto che il numero di tamponi include anche quelli di controllo effettuati per accertare la guarigione di un soggetto positivo. Vediamo l’andamento di entrambi nelle ultime due settimane.

In Italia il tasso di positività, calcolato sui tamponi, cresce dallo 0,72% all’1,34%. Tale percentuale fa sì che si sono dovuti analizzare 75 tamponi per trovare un positivo (tamponi settimanali/casi settimanali).

L’aumento dei casi, da 8.380 a 17.360 (+107,2%), è dovuto principalmente alla maggiore circolazione del virus, infatti il tasso di positività è cresciuto da 0,72% a 1,34% e in parte all’aumento dell’attività di testing +6,6% di persone testate e +11,2% di tamponi. Aumentano gli ospedalizzati del 3,3% da 1.307 a 1.350 (+43), di cui 1.188 (+39) ricoverati con sintomi (+3,4%) e 162 (+4) pazienti in terapia intensiva (+2,5%). In Italia risultano 1.350 ospedalizzati positivi al SARS-CoV-2 su 59.257.566 abitanti (pop. residente al 1° gennaio 2021 Fonte Istat) ossia 1 su 43.894. Le note positive sono che dei 47.525 casi attivi il 97,2% è in isolamento domiciliare e, soprattutto, il numero di decessi, pari a 86, in calo da 14 settimane consecutive.

Vaccini

Al 20 luglio (aggiornamento ore 06:08), il 16,97% della popolazione over 12 è in attesa della 2ᵃ dose (n. 9.061.216), il 51,65% ha completato il ciclo vaccinale (n. 27.581.936), il 31,38% non ha ricevuto alcuna dose (n. 16.756.090), il 68,62% ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 36.643.152).

Gli over 80 che hanno completato il ciclo vaccinale sono il 91,36% (4.093.379 su 4.480.426).

Gli over 60 che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino risultano 2.166.994 su 17.886.878 (12,11%), 15.719.884 hanno ricevuto almeno una dose (87,89%), 13.809.111 hanno completato il ciclo vaccinale (77,2%), 1.910.773 sono in attesa della 2ᵃ dose (10,68%).

Gli over 60 che non hanno ricevuto alcuna dose sono così suddivisi: 2,39% degli over 90 (n. 19.451), 6,32% della fascia 80-89 (n. 231.468), 11,29% della fascia 70-79 (n. 673.689) e 16,7% della fascia 60-69 anni (n. 1.242.386).

 

 

 

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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