“La Regione siciliana apra alle convenzioni con i laboratori di analisi per l’incremento delle attività di esamea della popolazione, in questo momento di grave emergenza. Se vogliamo davvero uscire da questa situazione, non bastano soltanto le iniziative sanitarie nelle aziende ospedaliere e nelle unità di soccorso, oltre a chiedere alla cittadinanza di rimanere a casa, ma occorre guardare al “Modello Veneto” per realizzarlo concretamente nel territorio”.
A lanciare la proposta, partita nei giorni scorsi anche da Catania e dalla provincia siracusana, sono i segretari delle federazioni Sanità e Medici della Ugl Sicilia, Carmelo Urzì e Raffaele Lanteri che, dopo essersi schierati e continuando a lottare a difesa degli operatori sanitari ad ogni livello, adesso si schierano a fianco delle strutture di patologia clinica presenti in quasi tutti i comuni siciliani.
“Siamo venuti a conoscenza che la Cidec, rete dei laboratori che conta 150 associati, nei giorni scorsi ha inviato una nota al presidente della Regione Siciliana ed all’Assessore regionale della Salute, manifestando la disponibilità a supportare il sistema sanitario regionale nell’esecuzione del tampone orofaringeo e di campionamento ematico per il dosaggio di anticorpi specifici per il virus. Si tratta di 6 centri già pronti ad eseguire la media di 500 tamponi al giorno, mentre oltre 100 possono effettuare migliaia di prelievi di sangue quotidiani, con relativa con disponibilità del dato analitico nei tempi tecnici e comunicazione in tempo reale dell’esito agli organi regionali preposti – evidenziano Urzì e Lanteri. Il sistema di convenzionamento potrebbe quindi risultare strategico per la Regione, che potrebbe così alleggerire ulteriormente il carico delle 20 postazioni ad oggi autorizzate, considerato anche che sono stati oltre 15 mila i tamponi eseguiti e che negli ospedali pubblici si sta accusando la carenza degli indispensabili reagenti. Inoltre, con i laboratori convenzionati si potrebbe immaginare una sorta di “tariffa concordata” tale da poter incoraggiare le persone a controllarsi, ottenendo così un’immediata campagna diagnostica per la lotta all’epidemia. In un momento in cui questi esercizi sono fermi e invocano aiuto, a causa dello stop forzato e quasi costretti alla chiusura, un intervento in questo senso da parte della Regione è quanto mai provvidenziale. Siamo infatti convinti – concludono – che solo attraverso lo screening a tappeto della popolazione, possiamo davvero interrompere la catena maligna del Coronavirus”.