Riceviamo e pubblichiamo
Facendo riferimento all’odierno ricovero di un paziente, positivo al Covid/19 e con sintomatologia simil-influenzale, presso la prima rianimazione dell’ARNAS Civico di Palermo, risulta necessario mettere in evidenza alcune criticità, frutto dell’improvvisata e non equilibrata organizzazione sanitaria, messa in piedi per contrastare la diffusione del Covid/19 e gestire le complicanze da esso causate (polmoniti interstiziali, ARDS, ecc.).
Il ricovero in terapia intensiva del paziente sopra citato è la conseguenza dell’assenza di posti liberi di isolamento disponibili, in reparti di malattie infettive, nei presidi ospedalieri della provincia di Palermo.
L’occupazione impropria di un posto letto di terapia intensiva, per carenza di posti letto di isolamento in malattie infettive, non sarà più giustificabile, quando, si raggiungerà il picco di infezioni ed il conseguente numero di pazienti che necessitano di assistenza rianimatoria; il quel momento, come verranno gestiti i pazienti sintomatici che non necessitano di assistenza rianimatoria?
L’allegato 1 della direttiva Regionale del 28/02/2020 (Prot./Serv.4/n.7625) dimostra un’inappropriata e squilibrata distribuzione, sul territorio regionale, dei posti letto di isolamento a pressione negativa disponibili nei reparti di malattie infettive.
Nel territorio della città di Catania sono previsti 36 posti letto a pressione negativa mentre nel territorio della città di Palermo i posti previsti sono 8.
Non risulta accettabile un tale rapporto (4 a 1) relativo ai posti letto disponibili ancor più se ad essere immotivatamente discriminata è la città di Palermo, e la Sicilia occidentale, che, ancor oggi, è il capoluogo della Regione Siciliana e possiede una popolazione di gran lunga maggiore.
Risulta ancor più sconfortante l’assenza di posti letto di isolamento a pressione negativa nelle terapie intensive della nostra regione che risultano, in totale, meno di dieci su tutto il territorio regionale.
Si rimarca nuovamente l’assenza di DPI, per il personale sanitario, nonostante le varie aziende sanitarie abbiano organizzato dei corsi per il loro corretto utilizzo. A tal proposito, bisogna ricordare che vari professionisti hanno provveduto, a proprie spese, all’acquisto di DPI per potere garantire la propria sicurezza e la sicurezza dei propri pazienti.
Non appare comprensibile l’attuazione di differenti percorsi assistenziali pediatrici tra i diversi ospedali della città di Palermo. All’ospedale dei bambini “Di Gristina” è stata allestita una tensostruttura per il triage dei pazienti pediatrici con sospetta infezione da Covid/19, mentre al P.O. “V. Cervello”, che è fornito di un P.S. pediatrico, non è stata prevista alcuna tensostruttura. Ciò determina che i pazienti pediatrici vengano improvvidamente mischiati agli adulti.
Assistiamo, nella maggior parte degli ospedali della provincia di Palermo, ad una regolare attività ambulatoriale alla quale accedono liberamente i pazienti senza essere sottoposti ai dovuti controlli.
Si assiste, inoltre, alla non applicazione delle direttive ministeriali, in gran parte dei presidi ospedalieri, in merito all’accesso dei parenti nelle aree di degenza; ciò determina spesso situazioni conflittuali tra il personale sanitario e gli accompagnatori dei degenti; nel percorso attuativo delle direttive, il personale sanitario non risulta coadiuvato dalle aziende le quali non provvedono a dotarsi di personale di vigilanza atto a garantire la sicurezza dei lavoratori.