Sanità in Sicilia

Colesterolo: ecco le nuove linee guida per ridurre il rischio cardiovascolare

Sono state pubblicate da poco, on line, le linee guida dell’American College of Cardiology e dell’American Heart Association sulla gestione dei livelli di colesterolo nel sangue (Journal of the American College of Cardiology 2018).

Queste linee guida al momento sono quelle più aggiornate e prendono in considerazione un problema tanto importante quanto sottovalutato cioè la gestione del colesterolo nel sangue i cui livelli elevati sono causa di una elevata incidenza di infarto miocardico e di malattie cardiovascolari aterosclerotiche in genere.

Ho utilizzato il termine causa perché il nesso di forte causalità tra livelli di colesterolo-LDL e numero di eventi cardiovascolari è stato dimostrato da numerosi studi così come i benefici direttamente proporzionali al calo di tali livelli.

Peraltro, ricordo che esistono malattie genetiche come l’ipercoleterolemia familiare omozigote (nella forma più grave) o eterozigote che determinano livelli elevati di colesterolo-LDL con una aterosclerosi accelerata che, nei casi più gravi, determina infarto miocardico e/o morte cardiovascolare in tenera età.

Queste linee guida, basate sulle evidenze scientifiche, sono sintetizzate in dieci messaggi relativamente semplici che voglio proporre in una libera ma concettualmente fedele traduzione italiana.

Queste linee guida sono relativamente più complesse di quelle europee (del 2016) ma entrambe sottolineano l’importanza di stratificare i pazienti sulla base del rischio cardiovascolare e quindi sulla conseguente scelta del target di colesterolo da raggiungere e superare.

Infatti, dovrebbe essere ricordato da tutti che non è importante fare la terapia ipocolesterolemizzante ma farla per abbassare il colesterolo al di sotto di 70 mg/dL nei soggetti a rischio molto elevato e <100 mg/dLin quelli a rischio elevato. Solo in questo modo, assieme al cambiamento dello stile di vita è possibile ridurre  gli eventi cardiovascolari in modo significativo ed economicamente favorevole per il sistema. Gli inibitori del PCKS9 rappresentano una importante arma contro i livelli elevati di colesterolo-LDL (in associazione o meno con statine) anche se sono necessari programmi di sorveglianza post-marketing per essere sicuri della loro efficacia e sicurezza nel lungo termine.

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© Riproduzione Riservata
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