Sanità in Sicilia

Asp Enna, l’esperienza di un paziente: “Il Covid c’è, esiste e fa male”

Il signor P.M. di Piazza Armerina, nell’esprimere ringraziamento per l’assistenza ricevuta presso l’Ospedale Umberto I di Enna, in veste di paziente dializzato colpito dal Covid, si sofferma su alcuni aspetti legati alla percezione della malattia nel territorio ennese.

Ecco la sua testimonianza:

“Il Covid c’è, esiste e fa male.

Tutto ha inizio il 7 novembre alle 14.10 quando trovandomi all’ospedale Umberto I di Enna per una terapia mi viene fatto il tampone veloce e purtroppo risultato positivo. Immediatamente si attiva la procedura Covid che prevede il trasferimento al pronto soccorso Covid dove mi vengono effettuati altri due tamponi anch’essi positivi. In attesa del
posto in reparto, rimango per una notte al pronto soccorso Covid, trovandomi catapultato in mondo sconosciuto, ma grazie a degli angeli che mi hanno dato sicurezza ho affrontato quel giorno e quella notte al pronto soccorso. L’indomani vengo trasferito al reparto Covid2 dove resterò per venti giorni fino alla mia negativizzazione.

Son sempre stato fin dall’inizio asintomatico, senza nemmeno un sintomo, grazie a Dio. Chiaramente si è scatenato un turbinio di emozioni, un misto tra paura di ciò che sarebbe potuto succedere e fiducia nel fatto di non aver sintomi. Ma la vera forza la si trova nell’equipe del reparto fatto di persone uniche. A partire dai medici per arrivare ai pulizieri passando chiaramente per gli infermieri e gli oss e osa ho trovato quello per cui vivo Il SORRISO, la mia forza. Ho trovato nella sfortuna degli amici, come L.F. anch’egli asintomatico che ha vissuto con me e condiviso emozioni fortissime e che oggi trovo al mio fianco come amico vero e sincero.

Tutti non si sono risparmiati un attimo con il sorriso che traspariva dagli occhi hanno dovuto sopportare per ore e ore raggiungendo anche le 12 ore delle tute, le ormai famose tute bianche, pesanti che non facevano traspirare nulla tre paia di guanti due mascherine, occhiali, visiera e cappuccio, insomma un qualcosa di irreale inverosimile, ma sempre con il sorriso e grande professionalità. Stavano senza bere ne andare alla toilette per ore, ma la cosa stupenda e che non mollavano mai il loro sorriso la loro forza era sempre lì. Lavorano facendo l’impossibile. Io li chiamo angeli, perché sono realmente delle persone che non si risparmiano un attimo. Qualcuno mi ha detto ” È il nostro lavoro”. Vero, è il loro lavoro ma mettere da parte e non poter vedere i propri figli, mariti, fidanzati, genitori, affittare un appartamento per evitare di infettare la famiglia senza avere un minimo di aumento nello stipendio, senza avere da parte di molta gente un “grazie”, non dico tanto, ma un “grazie” invece di scappare davanti a quelle tute bianche.

Molti di loro son caduti sotto i colpi del Covid e oggi stanno combattendo per venirne fuori. Il Covid ti lascia strascichi psicologici pesanti ma con il sorriso e l’amore si può sconfiggere il Covid. Tutti dobbiamo rispettare le regole e solo allora noi vinceremo. Ai negazionisti dico di esporre le proprie idee in maniera civile ma di rispettare le regole, il Covid c’è, esiste ed è viscido e pericoloso perché colpisce in maniera subdola e silenziosa. Non diamo retta a chi dice che il Covid non c’è, spingendo le persone a credere in falsi idoli e a non rispettare le regole. Mettiamo da parte gli egoismi , la presunzione di sapere tutto o di dire il Covid-19 non esiste. Vedere negli occhi dei pazienti la paura, il terrore di morire, sentirsi dire da un uomo di 80 anni: “ma sto morendo?” E vederlo morire cinque minuti dopo è qualcosa che ti manda in tilt in angoscia. Vedere negli occhi di chi cerca di salvare vite l’angoscia di non esserci riuscito è dura per chi assiste e per chi la vive, come questi angeli in trincea.

Per un attimo il mio sorriso la mia voglia di reagire è venuta meno, ma devo ringraziare un infermiere, del reparto emodialisi, amico G., che salendo in camera per la terapia guardandomi negli occhi mi dice “Non guardare il bicchiere mezzo vuoto ma guarda il bicchiere mezzo pieno”. La scintilla è tornata la forza di reagire, il sorriso, che mi ha fatto vivere le vite di altre persone ma con vigore è tornato, grazie a questo amico. Quel sorriso che cerco di donare ogni giorno ai miei bimbi a scuola, ai bimbi in ospedale come clown, anche agli adulti nei miei spettacoli.

La vita ci riserva tante sorprese, anche nelle difficoltà ed io posso dire che in questa esperienza negativa ma edificante ho conosciuto degli angeli a cui voglio dire Grazie. Dagli infermieri del reparto di Emodialisi guidati da uno splendido professionista, il Dottore Giuseppe Restivo, affiancato da uno staff di medici ed infermieri di altissima professionalità, che si son fatti in mille per poter aiutare i pazienti positivi e negativi, quelli che necessitavano della terapia dialitica in rianimazione. Hanno accolto pazienti da altri reparti di emodialisi senza battere ciglio, con grande umanità.

In questo momento e auspico anche in futuro possa cadere l’antica rivalità tra Piazza Armerina ed Enna. Stiamo combattendo un unico nemico e più siamo uniti, più rispettiamo le regole che ci vengono date, più riusciremo a vincere questo Virus che ci sta portando via un’intera generazione di saggezza, la storia del nostro passato, come li chiamo io i diversamente giovani. Un Grazie al reparto Covid2 dell’Umberto I di Enna che con il sorriso con grandissima professionalità mi hanno guidato alla mia negatività. Cerchiamo di non dimenticare che i più grandi gesti d’amore si fanno in silenzio.

Smettiamo di dare importanza a personaggi che ci vengono propinati giornalmente in TV e che lasciano il tempo che trovano e che a volte lanciano messaggi ingannevoli e diamo importanza alle persone quelle vere che ogni giorno combattono per farci stare bene. Quindi SORRISO AMORE e TANTA UMILTÀ per un mondo da regalare certamente migliore alle nuove generazioni. GRAZIE INFINITO AGLI ANGELI/PROFESSIONISTI CHE HO INCONTRATO IN QUESTA AVVENTURA E CHE INCONTRERÒ NELLA MIA VITA.

Vinciamo insieme questa guerra, non sottovalutiamo il problema, aiutiamo nel nostro piccolo questi angeli, non hanno bisogno di applausi ma di gesti concreti, di collaborazione, di sorrisi e di tanto amore. Penso che dentro la parola GRAZIE sia racchiuso tutto ciò che di più importante e di bello ci sia in questo mondo. Grazie a tutte quelle persone che mettono in gioco ogni giorno la loro vita, in qualsiasi settore, vedi la Protezione Civile, gli autisti del 118 (quanti se ne sono ammalati), l’amministrazione dell’ASP che in silenzio cercano di fare l’impossibile e tutti coloro che fuori dagli ospedali combattono a loro modo il Virus.

Nessuno è esente dal Covid 19. Molti si ammalano senza che la Tv ne parli e appena guariti ritornano in trincea senza risparmiarsi un attimo. Rispettiamo le regole. Basta falsi profeti. Il Covid c’è e dobbiamo INSIEME vincerlo… GRAZIE RAGAZZI…GRAZIE ANGELI/EROI…”

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