Buonasera Presidente, una buona notizia per la Sicilia: l’istituzione dell’Ufficio Speciale Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare sull’isola, come è nato?
La Giunta di Governo della Regione Siciliana, accogliendo la proposta dell’Assessore per la Salute Ruggero Razza, ha deliberato l’istituzione di un Ufficio Speciale al quale affidare il governo della sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, riconoscendone le peculiarità uniche e conferendogli la dignità di una direzione generale. In un momento storico in cui si parla di riorganizzazione e di standard di funzionamento delle Autorità Competenti regionali in materia di sicurezza alimentare, quello della Regione Siciliana è il primo intervento concreto su scala nazionale di potenziamento delle capacità operative dei Servizi Veterinari.
E sino ad oggi come è andata?
Abbiamo assistito inermi al depauperamento delle risorse di medici veterinari in sanità pubblica in un sistema vittima delle logiche di piani di rientro basate sul mero risparmio percentuale, piuttosto che sul miglioramento delle prestazioni sanitarie.
La peculiarità dei sistemi di prevenzione è quella di essere invisibili se tutto funziona a dovere. L’invisibilità viene col tempo assimilata all’assenza e, per proprietà transitiva, alla mancanza di necessità. Così per anni la medicina veterinaria pubblica ha subito un’erosione costante in termini di risorse organiche e di capacità operative, cercando di portare a casa l’obiettivo minimo.
Quali sono state le ragioni che hanno portato dunque la Regione ad investire sul nuovo Ufficio Speciale?
La pandemia da covid- 19 (che è una zoonosi), ci ha dimostrato con i fatti che la prevenzione deve essere capace di anticipare il rischio e che la capacità di calcolarlo correttamente non è di questa fase evolutiva dell’homo sapiens. La nostra è una regione ad alta vocazione zootecnica. Il turismo e il comparto agro alimentare costituiscono gli assi portanti della nostra economia e tra loro sono fortemente interconnessi: la centralità dell’isola (geografica e culturale) nel Mediterraneo la rende un meraviglioso melting pot.
Tutto questo ha un risvolto dal punto di vista sanitario: costituiamo un punto di incontro tra tutto il continente Europeo e il Nord Africa, abbiamo condizioni climatiche che permettono la diffusione di tante specie viventi, alcune delle quali fungono da vettori per patogeni. Qui la medicina veterinaria e quella umana devono confrontarsi giornalmente e fare da argine. In sintesi potremmo dire che questa decisione rappresenta un investimento per potenziare e sviluppare il territorio attraverso il comparto agro alimentare, il turismo enogastronomico e la sicurezza alimentare.
Come sarà strutturato il nuovo Ufficio Speciale?
L’Ufficio Speciale prevede un organigramma costituito da un dirigente generale medico veterinario, n. 3 servizi tecnici veterinari, n. 1 servizio amministrativo e n. 2 unità operative di base, di cui una da affidare a un medico veterinario e l’altra da affidare a un medico igienista. In tal modo, la dotazione organica di medici veterinari della regione, passa da n. 2
a n. 6 dirigenti.
Non è soltanto una questione di numeri. Basti pensare che da quasi due anni l’unità operativa che si occupa del contrasto al fenomeno del randagismo è priva di dirigente e che negli anni scorsi tale incarico è stato ricoperto da figure non veterinarie. Se è vero il vecchio adagio che nella pubblica amministrazione nessuno è indispensabile, l’istituzione dell’ufficio speciale per la medicina veterinaria decreta che le competenze sono insostituibili.