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Animali domestici e colpo di calore: come riconoscerlo ed evitarlo

Caldo record in tutta Europa in questa estate 2022 e le parole degli esperti, che non accennano ad una diminuzione delle alte temperature, non sono rincuoranti né per noi né tanto meno per i nostri amici a quattro zampe.

 

Vittime delle roventi giornate estive, che al sud in particolare non sono affatto una rarità, infatti non siamo solo noi umani ma anche i nostri adorati pets.

 

Cani, gatti e piccoli animali d’affezione hanno un sistema di termoregolazione che si perfeziona mediante un processo di “raffreddamento ad aria”: gli stessi infatti determinano la dispersione del calore mediante piccoli e frequenti atti respiratori, con i quali riescono a far passare velocemente l’aria sulle superfici umide del cavo orale.

 

La loro temperatura fisiologica si aggira tra i 38,5 ed i 39,3 gradi ma in presenza di alcune condizioni come caldo, afa, elevata umidità, scarsa ventilazione e stress dovuto a sforzi eccessivi potrebbe alzarsi sino ad arrivare oltre i 41 gradi: si è di fronte ad un colpo di calore.

 

Vediamo allora come riconoscerlo e come evitarlo, grazie ai suggerimenti dati dal Dott. Paolo Zarcone, medico veterinario, membro del Consiglio dell’Ordine dei Veterinari di Palermo, che ci spiega come tutelare i nostri migliori amici da possibili conseguenze del caldo eccessivo.

 

“Durante il periodo estivo il colpo di calore rappresenta una delle principali cause di accesso degli animali negli ambulatori veterinari ed in molti casi, registrati in aumento, può essere causa di morte dei nostri animali domestici.

Bisogna dunque stare attenti ad evitarlo perché la piccole attenzioni e accorgimenti possono evitare la corsa presso il pronto soccorso veterinario”

 

I luoghi dove si registra una maggiore incidenza di insorgenza della patologia sono le automobili e luoghi soleggiati nelle ore di punta: “Per quel che riguarda le auto il mio consiglio è quello di arieggiare il veicolo 10 minuti prima di far salire il vostro animale, in modo da evitare uno sforzo eccessivo da parte sua per abbassare la temperatura corporea” continua il Dott. Zarcone “Attenzione anche alle ore soleggiate o a farlo correre e saltare al parco o in spiaggia: il vostro amico è felice di trascorrere del tempo con voi e non si fermerà mai di fronte ad una vostra richiesta di gioco, dovete esser voi a capire che sarà meglio correre al tramonto per evitare una crisi”

 

Ma come ci accorgiamo se sta andando in crisi??

“Esistono dei sintomi che indicano il rischio di collasso: iperventilazione, tachicardia, eccessiva salivazione (scialorrea), cianosi (la lingua diventa di un colore bluastro), tremori, barcollamento e debolezza, diarrea involontaria e/o vomito, sguardo assente e fisso con mancata risposta ai richiami verbali, oppure si potrebbe trovare in uno stato di eccessiva agitazione, come se fosse spaventato. In questi casi nell’immediato sarà necessario spostare l’animale in una zona fresca e ombrosa, bagnare con un panno umido testa, collo, zampe e ventre.

Inoltre sarebbe opportuno inumidire le mucose orali, ma senza costringerlo a bere. Monitorare poi la temperatura che deve scendere in modo graduale, ovviamente rimanendo in contatto con il proprio veterinario di fiducia.”

 

Oltre le precauzioni già citate il Dott. Zarcone ci ricorda di non far mai mancare l’acqua ai nostri amici a quattro zampe, possibilmente cambiandola spesso in modo che sia sempre fresca e l’ultimo consiglio riguarda il regime alimentare da seguire durante la stagione estiva in particolare: “Non fate mai mangiare nelle ore calde i vostri animali domestici, i nutrizionisti consigliano le ore più fresche come la mattina presto e la sera.”

 

Prima di salutarci però ci lascia con una precisazione, evidenziando di porre maggiore attenzione nei confronti di cuccioli, animali anziani, animali obesi o affetti da malattie cardiocircolatorie o respiratorie e alle razze brachicefale a causa della ristrettezza delle vie aeree che determina maggiore fatica nell’atto respiratorio (per saperne di più clicca qui Focus sulla sindrome brachicefalica – BAOS)

 

Dott. Luigi Zumbo

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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