Sanità in Sicilia

Alzheimer, grazie alla dopamina è possibile diagnosticare la malattia

Uno studio dell’IRCCS Santa Lucia di Roma, insieme all’Università Campus Bio-Medico di Roma e all’Università di Torino, ha verificato il legame tra l’Alzheimer e le compromissioni dei circuiti dopaminergici in pazienti con disturbo cognitivo lieve, scoprendo una finestra di intervento di due anni prima che la malattia si manifesti.

La malattia di Alzheimer è la prima causa di demenza nella popolazione italiana e oltre 600mila persone convivono con questa condizione.

Il team di ricercatori aveva già individuato nel 2017 nell’area tegmentale ventrale (VTA), legata alla produzione di dopamina, uno dei primi eventi nel corso di sviluppo di malattia, mediante l’utilizzo di modelli sperimentali.

Lo studio si è focalizzato sulle connessioni che si stabiliscono tra la VTA e il resto del cervello e come queste, a causa di un danno in VTA, si modificano nel corso di malattia. Il risultato è stata la sorprendente capacità che lesioni della VTA hanno nel predire lo sviluppo della malattia di Alzheimer.

Sono stati monitorati per 24 mesi 35 pazienti e l’evolvere delle loro condizioni, riscontrando che, nell’arco dei primi due anni di osservazione, in 16 dei 35 il disturbo cognitivo lieve è convertito in malattia di Alzheimer, e questa conversione è stata anticipata da una significativa riduzione della connettività della VTA verso zone cerebrali critiche per i sintomi della malattia. Nei pazienti che non hanno sviluppato la malattia, invece, la VTA ha mantenuto inalterata la sua funzione.

Analizzando i risultati i ricercatori sono riusciti a confermare che la riduzione delle connessioni della VTA anticipa di circa due anni i danni ad altre aree del cervello e la comparsa dei primi sintomi clinici, una finestra temporale all’interno della quale è possibile l’utilizzo di farmaci volti a contrastare l’evolvere della malattia.

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