Aifa ha autorizzato il primo anticorpo monoclonale a lunga azione contro il virus dell’HIV, virus che causa la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS): questo è l’Ibalizumab. Questa è una terapia innovativa, creata per i pazienti che sviluppano resistenza ai farmaci antiretrovirali, grazie ai quali negli ultimi decenni è migliorata significativamente la qualità della vita dei sieropositivi.
Il monoclonale, noto come Trogarzo (il medicinale che contiene il principio attivo Ibalizumab), è un’immunoglobulina semi-sintetica creata in laboratorio a partire da vere cellule, che viene infusa nei pazienti con endovena. La terapia esiste per impedire il legame tra il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) e i linfociti T CD4+, servendosi del meccanismo chiamato “inibizione post attaccamento”. La terapia è stata messa a punto dalla casa farmaceutica taiwanese TaiMed Biologics, poi confluita in Genentech.
In uno studio, che comprendeva 40 pazienti affetti da HIV multiresistente, i livelli di malattia nel sangue non erano rilevabili nel 43% dei pazienti dopo 25 settimane di trattamento con il Trogarzo.
Gli scienziati della Scuola di Medicina dell’Università di Yale (Stati Uniti) hanno dimostrato durante la fase 3 della sperimentazione, come l’Ibalizumab, combinato ad altri trattamenti per l’Aids, sia meritevole della soppressione del virus in circa il 60% dei pazienti, senza significativi effetti collaterali. Trattandosi di anticorpi monoclonali e quindi a lunga azione, esso rimane molto tempo nell’organismo del paziente, garantendo un’efficacia prolungata, come evidenziato dagli studi clinici. Trogarzo non cura l’infezione da HIV-1 o l’AIDS, ma può ritardare i danni a carico del sistema immunitario e l’insorgenza di infezioni e malattie associate all’AIDS.
Secondo i dati dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), un numero sempre maggiore di pazienti sviluppa multiresistenza ai diversi ceppi del patogeno, per i quali sono necessarie terapie come quelle a base di anticorpi monoclonali. I principali vantaggi sono la bassa tossicità e un meccanismo d’azione che riduce il rischio di dar vita a lignaggi dell’HIV resistenti.