Sanità in Sicilia

A Caltanissetta il convegno sui nuovi farmaci per la cura dell’insufficienza cardiaca

 

Nuovi farmaci per la cura dell’insufficienza cardiaca. Sarà questo uno degli argomenti al centro del convegno dal titolo “Gestione dell’insufficienza cardiaca in Sicilia, certezze consolidate e nuove prospettive”, che si terrà sabato 12 maggio, nelle sale dell’Hotel San Michele di Caltanissetta.

Nell’arco di tre sessioni di lavori, dalle 10 alle 18,30, una ventina di esperti provenienti da tutta la Sicilia illustreranno tre casi clinici, confrontando le certezze scientifiche consolidate e le novità legate ad una nuova classe terapeutica di farmaci, definiti Arni (antagonisti del recettore della neprilisina e del recettore dell’angiotensina), che hanno dimostrato di ridurre la mortalità per cause cardiovascolari del 20 per cento rispetto ad altre terapie di riferimento.

Nel corso dell’incontro si affronteranno gli aspetti scientifici e di pratica professionale riguardanti gli Arni, incluse alcune esperienze di alcuni centri siciliani che riporteranno la loro casistica. Sono, inoltre, previste sessioni sulla terapia farmacologica “consolidata”, nonché sugli argomenti ancora considerati oggetto di discussione e controversia.

Responsabili scientifici del congresso, sono Francesco Clemenza, direttore dell’Unità operativa di Cardiologia all’Ismett di Palermo, e Carmelo Cinnirella, dirigente medico dell’Uoc di Cardiologia dell’ospedale “Gravina” di Caltagirone.

Negli ultimi due, tre anni – spiegano i responsabili scientifici – la pratica professionale in questo campo, si è giovata dell’introduzione di un farmaco innovativo, nato dall’associazione di valsartan-sacubitril, molto efficace per il miglioramento della qualità di vita, agevolmente verificabile nell’uso quotidiano, oltre che per il miglioramento della prognosi. Tuttavia, molte questioni rimangono aperte per quanto riguarda la selezione dei pazienti da trattare, le esigenze organizzative derivanti dalla necessità di attuare uno stretto controllo durante la fase iniziale della terapia e la rimodulazione della restante terapia farmacologica che spesso può e deve essere presa in considerazione”.

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© Riproduzione Riservata
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