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Lavori in corso per l’oncologia siciliana che vive un momento di grande fermento, grazie anche alla sensibilità delle amministrazioni locali e al proficuo dialogo che si è aperto tra clinici e decisori politici.
Nella Regione – dove 160.000 persone convivono con un tumore, ogni giorno vengono diagnosticati 75 nuovi casi e la sopravvivenza dei pazienti oncologici (55%) si attesta ben al di sotto della media nazionale, al terz’ultimo posto prima di Sardegna e Campania – è in atto il complesso riordino della Rete Oncologica Siciliana (ReOS) per garantire approcci di cura di qualità e omogenei su tutto il territorio isolano.
Riorganizzazione non più rinviabile, considerate le criticità più diffuse quali la scarsa aderenza ai programmi di screening, gli stili di vita scorretti e la migrazione sanitaria, che compromettono l’aspettativa di vita dei malati oncologici e onco-ematologici.
A Palermo è stato presentato il progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, promosso da Salute Donna onlus insieme ad altre 23 associazioni pazienti, nato per contribuire al miglioramento dell’assistenza e della cura dei pazienti oncologici e onco-ematologici, superando le disparità che ancora sussistono tra le Regioni italiane.
«In Sicilia ci sono circa 160.000 malati di tumore – dichiara Antonio Scavone, Assessore alla Famiglia, Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana – che sono persone prima di essere pazienti e hanno spesso una vita professionale e famigliare. È pertanto imperativo per le Istituzioni guardare con favore a queste iniziative che fanno comprendere a fondo il vissuto, i problemi e la quotidianità del paziente oncologico e dei suoi familiari. In questa prospettiva, il confronto costante con le associazioni pazienti e gli enti del terzo settore è un percorso culturale che può assistere ed educare le Istituzioni ad assumere decisioni responsabili e proficue. Il dialogo sarà pertanto costante oltre che improntato alla trasparenza e alla capacità di ascolto».
Presentato anche l’Accordo di Legislatura 2018-2023 realizzato nell’ambito del progetto: 15 punti che delineano ambiti e modalità operative per ottimizzare la presa in carico e garantire la massima efficacia della cura alla persona con malattia tumorale. Quattro le tematiche più stringenti del documento: disparità nella qualità dell’offerta assistenziale tra le Regioni, sostenibilità economica, prevenzione primaria delle malattie oncologiche, carenza di risorse umane.
«La nostra presenza oggi in Sicilia è molto importante – afferma Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna onlus e coordinatrice del progetto – l’Accordo di Legislatura è un documento nazionale e un punto di partenza su cui lavorare; ci auspichiamo che anche questa Regione se ne potrà giovare per definire l’approvazione a livello locale delle priorità elencate nell’Accordo. Il PDTA del tumore della mammella, deliberato proprio in questi giorni, è un esempio virtuoso di come la Sicilia si sta muovendo nel riorganizzare la Rete oncologica regionale. Siamo molto soddisfatti di questo lavoro perché riguarda una Regione del Sud Italia, spesso penalizzato nella realizzazione concreta dei programmi. Un ruolo importante, oltre all’Assessorato regionale alla salute, hanno avuto le Associazioni dei pazienti con la partecipazione al tavolo di lavoro con i clinici e i decisori politici in uno spirito di collegialità e condivisione di intenti».
In Sicilia si registra negli ultimi anni un preoccupante incremento dei nuovi casi di tumore, 27.150 nel 2018 (dati AIRTUM-AIOM); nonostante la distribuzione dei tumori sia sovrapponibile al dato nazionale, l’aspettativa di vita degli isolani colpiti da un tumore è tra le più basse del Paese e questo ha a che fare con la prevenzione, con le diagnosi precoci e con la qualità delle cure. Organizzare una Rete oncologica efficiente, snella e fruibile da tutti i cittadini siciliani è il primo obiettivo dei clinici e dei politici.
«Il processo di efficientamento della Rete oncologica siciliana è ancora lungo e articolato – sottolinea Vincenzo Adamo, Professore Ordinario e Direttore di Oncologia Medica, AO Papardo di Messina – quando la ReOS venne deliberata, nel 2014, il modello scelto era di tipo Hub & Spoke attraverso la definizione del Dipartimento Oncologico Provinciale (DIPO), inteso come HUB, all’interno del quale avrebbero dovuto operare strutture con eguale livello gerarchico, modello che presentò diverse criticità da subito. Oggi il riordino si basa sul modello di Network Comprehensive Cancer Care Center, vale a dire un insieme di strutture dipartimentali di eccellenza, coordinate da un centro unico. Ad oggi è stato attuato il PDTA cardio-oncologico, il primo sul territorio nazionale, è stato definito il PDTA del tumore prostatico, dell’ovaio e adesso della mammella con Breast Unit di I e II livello».
La Rete Oncologica Siciliana deve assicurare la presa in carico totale dei pazienti oncologici e onco-ematologici su tutto il territorio dell’isola ma dare anche risposte ad alcune problematiche come l’aderenza ai programmi di screening, la prevenzione secondaria e la fuga dei pazienti in altre Regioni. Temi, questi, molto cari al progetto sin dalla sua nascita.
«La Regione sta dimostrando una notevole sensibilità verso questi problemi che riguardano tutti i siciliani – dichiara Antonio Russo, Professore Ordinario di Oncologia medica, Direttore UOC di Oncologia Medica Policlinico Università degli Studi di Palermo, Consigliere nazionale AIOM– intervenendo sui programmi di screening mediante il potenziamento del registro tumori siciliano e la programmazione di campagne di sensibilizzazione e di progetti in collaborazione con i medici di medicina generale del territorio. La possibilità di curarsi a casa propria senza che venga compromessa la qualità dell’assistenza sanitaria è un bene che non è più procrastinabile. In tal senso, la Regione Siciliana ha messo in atto una serie di iniziative come per esempio l’approvazione di percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali per diverse tipologie di tumori, che consentono ai pazienti di essere seguiti da professionisti all’interno di percorsi accessibili, semplificati, equi ed efficienti all’interno di strutture all’avanguardia».
Il modello del Comprehensive Cancer Care Network prevede, oltre ad una Autorità centrale di governance della Rete e l’attuazione dei PDTA relativi alle diverse patologie tumorali, la presa in carico multidisciplinare del paziente.
«Ormai – spiega Diego Piazza, Direttore UOC di Chirurgia Oncologica, PO Garibaldi-Nesima di Catania e Presidente dell’Ordine dei Medici di Catania – è diventata fondamentale la gestione integrata del paziente e della malattia oncologica da parte di diverse figure professionali che devono essere presenti nell’ambito centri oncologici di riferimento, in particolare nelle strutture ad alto volume che si occupano di diagnosticare e trattare il paziente con tumore. Classico esempio è il percorso diagnostico-terapeutico per le donne affette da tumore della mammella che vede riunite tutte le professionalità che si occupano della donna dal momento della diagnosi fino alla sua riabilitazione».
L’iniziativa più recente della Regione Siciliana nella riorganizzazione della ReOS è l’attivazione del PDTA per il tumore del seno, un piano di assistenza regionale delle donne affette da tumore della mammella, neoplasia in aumento che fa registrare 3.700 nuovi casi ogni anno nell’isola e 36.000 donne che hanno ricevuto in passato una diagnosi di carcinoma della mammella.
«La caratteristica più importante del PDTA del tumore mammario è che si occupa della donna malata a 360 gradi – dice Francesca Catalano, Direttore UOC Multidisciplinare Senologia, Ospedale Cannizzaro di Catania e Coordinatrice Commissione Rete Senologica Oncologica – Assessorato alla Salute Regione Siciliana – tant’è vero che mentre all’inizio il percorso era nato per le pazienti con tumore al seno, poi è stato allargato anche alle pazienti meno fortunate con malattia metastatica, donne che convivono talvolta per anni con il tumore. Si tratta di pazienti che hanno bisogni specifici e anche più complessi che necessitano un’assistenza specifica. La presenza ai tavoli decisionali delle Associazioni è stata utile proprio per ascoltare dalla voce di chi ha vissuto queste esperienze quali sono le esigenze e i bisogni clinici e assistenziali delle donne e dare risposte adeguate».
«La nostra presenza oggi in Sicilia vuole significare che noi siamo a fianco dei clinici, delle Istituzioni e dei pazienti – commenta Annamaria Mancuso – affinché l’oncologia siciliana possa sempre meglio garantire a tutti i pazienti l’assistenza e la qualità delle cure».